Anderville GDR

I Have A Need

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view post Posted on 18/5/2011, 20:11
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Passeggiare con un mazzo di rose bianche in un cimitero non era da individui sani di mente, o per lo meno lo era, sempre che l'individuo in questione fosse nottambulo e avesse un morto su cui piangere come facevano tutti gli umani, loro e le loro artistiche, svenevoli crisi isteriche davanti alle tombe dei propri amati. Ne aveva visti di funerali, un susseguirsi innegabile di pianti e lamenti, ma ancora non riusciva a far altro che apprezzare o le belle vedove, o quelle poche persone che tenevano per sè i propri sentimenti limitandosi ad un pianto timido e malinconico, che faceva di loro gli unici di cui potesse concepire la sofferenza. Per Raven, c'erano tante altre storie personali da far susseguire alle proprie preferenze per determinare quale tipologia di dispiaciuto gli piacesse di più, ma non se ne faceva un problema dal momento, almeno adesso, il tumulo di tombe e appezzamenti di verde tra la ghiaia bianca era tranquillo e non c'era nessuna funzione. Lui passava semplicemente, col suo bel mazzo di rose in mano, e ne distribuiva una a tempo perso ai visi più giovani sulle fotografie o semplicemente alle persone che gli piacevano di più. Fare le preferenze a quel modo sembrava brutto, dal momento ogni morto meritava un fiore, ma non ne aveva abbastanza e poi a loro non sarebbe importanto nemmeno, dato i defunti rimanevano tali e pace.
Era come divertirsi a lanciare bouquet ad un matrimonio o ad un festival, lo faceva sempre quando gli giravano le cosiddette scatole o voleva schiarirsi la mente. Certo, trovare delle rose bianche a mezzanotte era abbastanza complicato e poi doveva sempre stare attento a scavalcare silenziosamente il muretto del luogo per non svegliare il guardiano che dormiva a qualche cripta di distanza, ma il giardino di casa propria offriva l'ultima fioritura e lui ne aveva approfittato. E già che i morti non potevano parlare e che nessuno poteva vederlo, aveva anche preso l'occasione di girare quasi libero dai panni umani, restando ibrido e umanoide solo quanto bastava a tenere le gambe. Una felpa senza maniche, grigio chiaro e col cappuccio, era tutto ciò che aveva addosso a parte un paio di pantaloni neri sporchi del residuo di polvere e di intonaco recuperato saltando la cinta divisoria dalla strada a lì. Non era stato per nulla difficile e a quell'ora, tra quelle mura che promettevano di essere un posto pacifico e lontano dagli sguardi, s'era anche spogliato di qualcuno dei tratti umani che lo contraddistinguevano di solito, un po' perchè si sentiva di farlo e un po' perchè nessuno l'avrebbe sicuramente riconosciuto, nel caso l'avesse visto dalla lontananza. E pure se fosse successo, dubitava andasse a descrivere di un uomo che sembrava un'allucinazione.
Gli occhi gialloverdi, con la tipica fissità rettile, vagavano da una tomba all'altra, baluginanti di luce e quasi fosforescenti nel buio illuminato dai lumini dei morti, molto d'ambiente. Il volto pallido - ma ad un buon osservatore sarebbe risultato completamente bianco, quasi infarinato - seguiva il loro movimento, le labbra nere e la mascherina sfumata apparentemente dipinta o stampata attorno agli occhi come trucco, sfumata poco sotto le occhiaie in gradazioni di grigio sporco, grigio e poi nuovamente bianco. Il particolare più inquietante, che saettava a tratti, era una lingua biforcuta altrettanto scura che si muoveva come una spessa frusta prensile nell'aria, a volte dietro i denti ancora umani, a volte al di fuori.
Doveva dirla tutta, quasi quasi gli veniva perfino da ridere: sembrava un blackster o uno di quegli esponenti del metal "duro e oscuro" che infestavano la città col loro trucco cadaverico alla "Il Corvo" e i loro presunti riti rivolti a chissà quale malvagia divinità Chtuliana. Se solo avessero saputo che esisteva, e anche il caro Luce del Mattino, il Diavolo in persona, e che s'era fatto anche una partita a carte con lui prima venisse sbattuto a pedate fuori dall'inferno! L'unico particolare che smentiva l'ipotesi dell'adoratore occasionale era la corta zazzera di capelli bicolori in testa col ciuffo calante da un lato, rossi e neri, la presenza di numerosi piercing che non riguardavano la lingua ma solo i lobi delle orecchie ed il mento e quella di un tatuaggio del tutto particolare sul braccio destro, per niente da gruppo di metallari. E, ovviamente, le rose. Quale metallaro avrebbe portato delle rose? Rossetto nero, sangue finto, forse, black devil.. ops, quelle le aveva già in tasca, pronte da fumare. Insomma, i soliti "doni" che qualcuno pensava l'altissimo demonio apprezzasse, come se non ne avesse già abbastanza di tutta questa robaccia dove stava. Avevano la minima idea, i presunti cultisti, di quanti souvenir erano costretti a portare i caduti al grande capo supremo dai loro viaggi in terra? Lui c'era sceso solo una volta l'anno quando lo era stato, e per fortuna! Luce del Mattino aveva un'ironia terribile, ma sopratutto giocava a carte malissimo. E ogni tanto partiva per Disneyland, ma questo era un segreto di famiglia.
Finì di distribuire i fiori e rimase con due soli steli in mano, in piedi davanti alla tomba di due ragazzi giovani e solari. E più li guardava, più sentiva l'invidia fare capolino dall'angolo del proprio cervello e fargli venir voglia di vandalizzare quelle pietre incise con la frase "pacifico ed eterno riposo". Pacifico ed eterno un corno! Parlava lui che lo sapeva anche troppo bene, dopo un numero di morti che solo Superman negli albi della DC era riuscito a superare. Tanto per prendersi la rivincita su quella stupida frase che trovava, non sapeva come, irritante, si tenne le rose, mettendosi a sedere su una delle quattro panchine disposte attorno alla cappella funerarie nel mezzo del camposanto per ciondolare in santa pace. Non pensare, nè fare chissà quali grandi ragionamenti filosofici sulla vita e la morte: semplicemente si era allungato sul suo pezzo di sedile e se ne stava lì, a godersi un po' dell'aria e dell'ultima calura estiva portata dal vento.

SPOILER (click to view)
Per Rika!
 
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.:Rika:.
view post Posted on 18/5/2011, 21:21




Cimitero. Notte fonda. Una delle prospettive più allettanti di quella nottata. Dopo aver staccato del lavoro aveva voglia di rilassarsi e il cimitero era il luogo più consono per farlo. Silenzio, tranquillità ma soprattutto nessuno scocciatore. Chi si sarebbe mai sognato di girovagare in un cimitero a notte fonda? Nessuno. Tranne lei, ovviamente!
Aveva scavalcato senza sforzo e silenziosamente la recinzione murata e si trovava lì a guardarsi intorno in mezzo a lapidi poste ordinatamente una vicino all'altra e in file talmente perfette da sembrare irreali.
Le piacevano le lapidi. Amava fissare le foto e le scritte su di esse.
Guardava le foto dei defunti, giovani, adulti, anziani... leggeva le loro date di nascita e di morte e immaginava le loro vite.
Erano state felici? Tragiche? La fantasia volava osservando i volti sorridenti o senza espressione delle fotografie.
Lentamente si avvicinò ad una lapide ornata di uno stupendo mazzo di margherite.
Si mise in ginocchio lentamente per vedere meglio le iscrizioni.
Jennifer Staid, morta all'età di ventitre anni. Un viso longilineo, doveva avere capelli e occhi chiari anche se la foto era in bianco e nero, le tonalità di grigio erano molto chiare per entrambi i particolari.
Aveva un mezzo sorriso ma gli occhi apparentemente tristi.
Troppo giovane per morire. Troppo.
Provò ad immaginare la sua vita: forse era una ragazza di buona famiglia strappata ai suoi cari da una tragica malattia. Forse un incidente stradale, in quel secolo erano molto frequenti.
Oppure un suicidio... anche se sperava non fosse così, le persone che si suicidavano esistevano e non riusciva proprio a capirle. Un umano non capisce l'importanza delle cose che ha finchè non le perde, era un dato di fatto.
Le persone che si suicidavano dovevano solo essere commiserate... non meritavano la pietà della gente.
Atena avrebbe tanto voluto vivere una vita umana. Non le era mai andato giù il fatto di non aver potuto avere una scelta. Di essere stata strappata alla sua vita senza avere la possibilità di decidere. Non doveva andare così... anche a così tanti secoli di distanza non riusciva ancora a darsi pace.
Sbatté le palpebre ancora fissando il viso della ragazza. Forse anche lei non aveva avuto scelta. No, una ragazza con un viso come il suo non poteva essersi suicidata, non voleva crederci, non poteva essere così.
Sicuramente la sua morte non era stata decisa da lei.
Che cosa buffa...si stava forse riconoscendo in quella ragazza?
Si alzo in piedi e le voltò le spalle.
"Addio, Jennifer Staid..." pensò mentre si allontanava dalla lapide con le margherite.
Mentre camminava si guardò i piedi. Il lungo abito nero di velluto che indossava si era sporcato lievemente di polvere.
Odiava quando succedeva...le dava l'impressione di apparire sporca, era inaccettabile! Se fosse stata certa che ci fosse stato qualcuno insieme a lei in quel cimitero, non avrebbe aspettato un secondo a pulire la gonna del vestito ma dal momento che era certa di essere sola, non le importò nulla e continuò a camminare alzando lo sguardo alla lunga fila di lapidi.
L'aria era leggermente calda. Si sentiva che l'estate era finita e che stava arrivando il freddo.
L'autunno. La stagione che più odiava.
In quel periodo dell'anno sembrava che tutto stesse morendo. Le foglie degli alberi cadevano, i colori freddi, l'aria gelida che pian piano ti avvolgeva. Orribile.
Guardando dritto davanti a sé intravide delle panchine, erano ottime per fermarsi a pensare.
Una di quelle panchine non era vuota. C'era un uomo seduto su di essa.
Evidentemente la sua convinzione era falsa. C'era ancora qualcuno oltre a lei che si dilettava della bellezza del cimitero notturno...
Lo intravedeva, era pallido. Forse erano le luci del cimitero che lo rendevano così diafano.
Fece ancora qualche passo verso di lui e si fermò continuando a guardarlo. Non sembrava ancora essersi accorto della sua presenza.
 
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view post Posted on 19/5/2011, 19:29
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I clichè portavano a giudicare affrettatamente un posto come il camposanto, generalmente additato come misero e triste luogo di pianto e, di notte, cancello dell'inferno e contenitore di spiriti infestanti che vagavano ululando tra le tombe, se non proprio di adoratori del diavolo intenti a fare sacrifici sgozzando capre, cavalli e conigli sulle tombe per evocare un qualche zombie ambulante - e sapeva di gente che lo faceva davvero, in altre città, poveri e stupidi loro che non sapevano come divertirsi. Lui invece lo trovava stranamente rilassante, una sorta di tranquilla vacanza notturna per lui ch'era un predatore e che tra le prede si trovava, ogni giorno, sentendo ogni tanto il bisogno di mangiare qualcuno e altre volte no. A dirla in pochi termini era come prendersi una vacanza dall'istinto - in quel caso un lavoro forzato a volte spiacevole - per andare alla ricerca di un'unica, illimitata e grandissima oasi di pace: ogni tanto qualche sbronzo faceva a scommesse e certo, c'erano state anche un paio di volte in cui l'idiota di turno non era tornato per comunicare agli amici i risultati della sua gara di coraggio - questo solo se la persona in questione era particolarmente detestabile - ma in generale sapeva di poter trovare quello che cercava lì dentro, e la sua "terribile" presenza contribuiva a rafforzare le inquietanti credenze sul cimitero.
Si guardò le rose tenute in mano, di quelle con lunghe spine accuminate che si arrampicavano sui rami fino ad arrivare alle corolle belle e fresche, fiori sicuramente appena colti. Siccome gli spiaceva assai appassissero, avendole personalmente accudite nel proprio giardino, e nemmeno intendeva sprecarle, si limito a togliere un petalo ed a metterselo in bocca per masticarlo, sentendone la linfa a metà tra il dolce e il.. sapore di vegetazione. Quel vizio di spizzicare dai fiori o di mangiarne i boccioli l'aveva sempre avuto, un vecchio tic frutto dell'avidità per le cose più belle che lui non poteva avere ai tempi in cui aveva vissuto altrove, prima di arrivare ad Anderville: era uguale a dare un morso nella tenera carne, e goderne il sangue, il sapore ed il profumo. Era un mangiare per assimilare e far proprio, più che per vera fame.
Un altro. E un altro ancora. Staccò l'intera corolla di fiori e, senza accorgersi di essere visto da un ulteriore paio d'occhi che non erano i suoi, lo morse come fosse una mela appetitosa, assaporando il centro ricolmo di polline dolce. Fu nel mezzo di quello spuntino che finalmente notò la presenza di una ragazza del tutto comune, non più bella o meno d'altre, dotata di lineamenti discreti. Finì di infilarsi in bocca il fiore arrotolandolo sulla lingua serpentina, cacciandosi l'ultima metà in bocca assieme all'indice della destra, poi lo succhiò dagli ultimi residui prima di lasciarlo di nuovo libero con uno schiocco, dedicando le sue attenzioni allo stelo spinato. L'unica cosa che notava veramente di lei, nel diffuso e leggero bagliore dei lumini color crema delle lapidi, era che sembrava vestita molto bene, con un abito all'apparenza costoso ed elegante. Giovane di galà che per una stupida prova tra amiche saltava la cinta e si infilava tra i morti? Probabile.
Sei l'ennesima che entra, stasera. Mentì. Non le rivolse nemmeno lo sguardo, non gli interessava più di spezzare lo stelo a metà tra le mani. Lo fece con un suono secco, dal momento era piuttosto spesso e difficile da rompere per qualcuno che non si curava di guardinaggio. E in ogni caso, lui i guanti per le spine nonera tenuto ad utilizzarli. Se sei qui per una scommessa, torna dai tuoi amici, non ci sono spiriti molesti che si trascinano con le catene. A meno tu non voglia definire il guardiano un fantasma.. Difficile, troppo reale. Fece un sorrisetto e si inumidì le labbra con la lingua, prima di tornare a spezzare lo stelo in altre due parti, tenendosi occupato a quel modo. Nel bene o nel male, o sarebbe scappata appena l'avesse visto in faccia o se ne sarebbe andata comunque, perchè prevenuta per il suo "trucco" - che trucco non era - o per noia. Chissà, in fondo bastava aspettare
 
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.:Rika:.
view post Posted on 19/5/2011, 20:55




Rimanere ferma immobile in un punto era diventata un’abitudine ormai. Se si aggiungeva il fatto che non respirava nemmeno, era il massimo.
Avrebbe potuto essere assunta come manichino “umano” in una di quelle boutique di classe che tappezzavano le vie del centro città. L’idea di rimanere ferma immobile per ore e ore quasi in assoluto silenzio non le dispiaceva poi tanto. Sarebbe stata perfetta se non ci fosse stato il problema della luce solare.
Non aveva mai provato a guardare l’alba, era sempre stata molto puntuale quando si trattava di cadere nel “sonno profondo”. Quindi non sapeva cosa si provava a “dormire” alla luce del sole.
A quanto le disse il suo creatore, era come cadere in coma anche se non aveva detto proprio quella parola.
Comunque sia, non le interessava provare quell’esperienza…correre il rischio di essere scoperta era fuori discussione!
L’uomo davanti a sé intanto fece una cosa alquanto strana, almeno per i suoi gusti.
Cominciò a strappare i petali delle rose che aveva in grembo e li assaporò uno ad uno, fino ad ingoiare l’intera corolla come se fosse un cioccolatino.
Lo trovava disgustoso. Come faceva a mangiarle? Come faceva a sprecare un fiore così bello ingurgitandolo come se fosse cibo?!
Certo, c’era gente che mangiava i fiori abitualmente ma trovarsene uno davanti era un altro conto.
Si sarebbe precipitata su di lui per prenderlo a schiaffi se non fosse stato per il suo allenato autocontrollo.
Poi finalmente, l’uomo sembrò accorgersi di lei. Non accennò a smettere di gustare il suo spuntino vegetale e nemmeno a guardarla in viso.
Evidentemente il suo spuntino era troppo importante! Le dava fastidio essere messa in secondo piano a causa di una rosa…cosa aveva più di lei?
Poco male…sarebbe stato ripagato della stessa moneta…ovviamente a modo suo! Era pur sempre una donna!
L’uomo infine le rivolse la parola. Probabilmente aveva finito il suo spuntino e non sapeva cosa fare. Però, non accennava ancora a guardarla in viso.
A sentire le sue parole aggrottò leggermente le sopracciglia. Per chi l’aveva presa? Per una ragazzina viziata e infantile che corre ancora dietro alle storie di fantasmi? Non era affatto originale come battuta, avrebbe fatto meglio ad aggiornare il repertorio.
Tuttavia si fece sfuggire una risata. Ancora si meravigliava a come la sua voce fosse melodiosa mentre rideva, forse perché non rideva poi così frequentemente.
E tu sei qui per fare uno spuntino con gli omaggi floreali fatti ai defunti?
Mentre parlava si avvicinò lentamente ancora di qualche passo.
L’uomo era sempre più strano. Sembrava avere una fascia sugli occhi, ma era come se fosse tatuata sulla sua pelle. Oltre a mangiare fiori era anche un tipo che amava truccarsi? Magari veniva anche a scoprire che era dell’altra sponda.
Non è educato da parte tua!
Si avvicinò ancora un poco per poi fermarsi nuovamente a guardarlo con aria leggermente divertita. Un lumino le illuminava il viso, ebbe quasi la voglia di spostarsi ma rimase lì immobile.
 
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view post Posted on 20/5/2011, 08:55
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C'era stata una voce melodiosa a cui lui non aveva badato, continuando a spezzare e ridurre in briciole lo stelo di rosa, noncurante delle spine che ogni tanto gli si ficcavano nella carne e lì restavano, prima le togliesse. Lo stava riducendo in poltiglia solo per svago, mentre l'altro fiore rimaneva accanto a lui, seduto come lui sulla panchina, in mezzo a quella che si sarebbe definita "pace e quiete". Una pace ed una quiete rotta dalle parole di lei di cui, ovviamente, non gli poteva che importare una cippa.
Educato? Fece un sorrisetto ironico, finalmente si voltò in sua direzione, gli occhi gialli baluginanti di divertimento e così luminosi da costituire due delle tante altre luci che illuminavano il posto. Come aveva notato in precedenza, era una bella ragazza, non più mediocre o migliore d'altre, ma stavolta una luce le rischiarava direttamente il viso e si notava qualcosa più delle sue fattezze. I capelli corvini, prima di tutto, gli occhi chiari - ma non riusciva a distinguerne il colore - e una sorta di cera pallida, come se non stesse tanto bene. Aggrottò la fonte, l'arco delle orbite privo delle sopracciglia in quella sorta di forma ibrida. Era glabro, capelli a parte, ma la maschera nera degli occhi copriva la mancanza dando l'impressione fosse la netta linea terminale superiore, quella che passava direttamente dal colore scuro al bianco della pelle, a costituire il giusto rimpiazzo, dando alle sue espressioni la stessa valenza che se avesse mantenuto un aspetto umano.
I fiori li ho portati io ..e di conseguenza ci posso fare quello che voglio. L'ultima parte della frase l'aveva solo pensata senza togliersi quel dannato sorrisetto dalle labbra nere, e quando poi improvvisamente quello era sparito assieme a tutta l'ironia nello sguardo, ecco, era improvvisamente sembrato una statua vivente incatenata lì per sempre alla panchina, senza emozioni. Emanava vuoto e freddo, anche se non fisico, non ancora. Si rilassò visibilmente qualche attimo dopo, forse perchè s'era perso sovrappensiero, e riprese qualcosa che aveva la tipica parvenza di vita umana, unita all'inquietante fissità di un serpente. Si bagnò le labbra con la lingua biforcuta, poi tornò a guardare in grembo, gettando il gambo spezzato in più punti quasi fosse un osso maciullato per iniziare ad estrarre le spine infilate nella pelle una ad una: non faceva in tempo ad estrarla che le minuscole ferite erano già guarite, senza versasse una goccia di sangue. Solo una, più profonda, produsse una stilla che si pulì sui pantaloni senza far troppo lo schizzinoso.
Dedicò del tempo al suo preziosissimo secondo fiore. Sembrava una parodia della Bella e la Bestia, lui incantato dalle rose che coltivava e lei completamente snobbata: aveva idea la storia non andasse esattamente così, ma diciamo ci andava vicino in versione ridicolizzata dal momento non aveva mai pensato la Bella potesse venire.. messa da parte per il giardinaggio. La fata si sarebbe messa le mani sulla fronte dalla vergogna, con lui, ci scommetteva.
Tutto bene? Le parole uscirono inaspettate, anche perchè di nuovo le si rivolgeva senza guardarla in faccia. Strappò un nuovo petalo dalla corolla e lo accartocciò piano tra le dita, saggiandone la morbidezza e la consistenza con un sorriso altrettanto morbido, poi tirò indietro ciuffi di ciocche bicolori che sembravano volergli scivolare sulle guance a causa della posizione, rivelando i lobi delle orecchie forati da tre piercing a cerchio ognuno. Si era appoggiato in avanti coi gomiti sulle ginocchia, appena ingobbito. Sembri pallida. Sicura di non soffrire del classico effetto "i cimiteri mi mettono una strizza terribile"? Rise piano, con la voce bassa ma incolore. Dev'essere stato difficile scavalcare il muro, per come se vestita. Cena di galà o evento gotico? Dall'aspetto non sembreresti una a cui piace fare la parte della Principessa Sissi.
 
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.:Rika:.
view post Posted on 20/5/2011, 13:44




Continuava a torturare lo stelo senza sosta, riducendolo a niente tra le mani.
Sembrava non badare proprio alle spine che lo ricoprivano. Avrebbe giurato che qualcuna lo avesse punto o ferito ma egli continuava senza curarsene come se non sentisse dolore alcuno. Che tipo strano..
Sperò proprio che non volesse dimostrarle nulla. Se voleva fare la parte del duro che inquietava chiunque passasse, aveva capito male. Non la intimoriva per nulla, fosse stato per lei avrebbe potuto continuare fino all'alba.
Tanto più che le rose erano sue...i soldi che aveva speso per comprarle erano suoi e lo spreco lo pagava di tasca sua.
I suoi occhi sembravano lumini, se fosse stata più lontana forse li avrebbe scambiati per due di essi che illuminavano il cimitero.
Ed era forse una lingua biforcuta quella uscita velocemente dalla sua bocca? Più lo guardava e meno le risultava normale, non che lo spaventasse, certo! Fino a quel momento aveva visto di peggio!
Aveva lo sguardo divertito e un sorrisetto che gli morì sulle labbra poco dopo.
L'espressione di lei invece era tornata neutra. Non ci trovava più nulla di divertente in quella situazione, almeno finchè non avesse capito chi aveva davanti.
Inaspettatamente l'uomo le chiese se andava tutto bene. Rimase abbastanza sorpresa di ciò...o si stava interessando seriamente al suo benessere o era in arrivo un'altra bella battuta non più ironica di una caffettiera.
Ed infatti la sua seconda opzione non tardò ad avverarsi.
Si divertiva tanto a prendersi gioco delle persone, senza motivo per giunta? Tipico comportamento infantile o di chi ha bisogno di una bella ripassata di schiaffi. Lo avrebbe servito per bene volentieri, ma non aveva ancora un buon motivo per farlo.
Li odiava i tipi del genere. Avevano sempre il bisogno di dimostrare qualcosa ed era pronta a scommettere che era gente che moriva di noia tutto il giorno. Che vita sprecata...
Sì, in effetti sto proprio morendo di paura! disse con tono evidentemente sarcastico mi aggrapperei volentieri al braccio di un uomo, se solo ce ne fosse uno nei paraggi...
Ops! Colpo all'ego? No...era pronta a scommettere che il tipo non ci avrebbe badato più di tanto e avrebbe continuato a mostrare la sua aria indifferente. La sua maschera non poteva cadere per così poco.
Si passò una mano tra i capelli ravvivandoli. Si era dimenticata di muoversi di tanto in tanto.
Nessuna delle due, mi spiace...e comunque, la gonna non è poi così scomoda per scavalcare i muri, se non sei una principessa viene tutto molto più facile.
Ovvio che non era come Elisabetta di Baviera! Anche se lei, in confronto a tutte le altre aristocratiche del tempo, era una con cui ci si avrebbe potuto fare un discorso serio. Era una donna semplice e non aveva nulla a che vedere con le altre nobili altezzose e orgogliose. Purtroppo però, anche lei aveva fatto una brutta fine...

Edited by .:Rika:. - 20/5/2011, 19:49
 
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view post Posted on 21/5/2011, 13:15
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La battuta della giovane non l'aveva colpito più di quanto un frigorifero colpisse un cubetto di ghiaccio, ma l'aveva comunque fatto ridere con quel suo sorpassare appositamente lui fosse un uomo, almeno nell'aspetto. Il fatto era che non lo era, non del tutto, quindi non poteva certo non notare quella strana coincidenza tra la battuta e la realtà e di conseguenza restare immobile e impassibile: era un animale in forme antropomorfe e lei, con suo sarcasmo, se n'era accorta prima lo facessero gli occhi e gli altri sensi! Per giunta sembrava dotata di un buon senso dell'umorismo, sebbene intuisse non considerasse alla pari il suo. Che ci poteva fare se anche lui era il classico tipo senza pretese? Poteva far sorridere, a volte poteva anche far spanciare - forse più per la propria sbadataggine che per altro - ma da quando era tornato aveva perso un po' di quella verve da gran bastardo che aveva avuto. Beh.. forse non del tutto e non sempre, ma quando dovevi girare in anonimo per nasconderti la maggior parte del tempo, ecco, quello era unbel problema e un bell'impedimento al lato comico irrimediabilmente schiacciato dai doveri quotidiani. Si concedeva certe uscite anche per questo, no? Discoteche per razze miste, locali per vampiri in cui spuzzavano sangue ovunque e su chiunque, bar frequentati da chissà cosa e tante altre stranezze.. e ovviamente quell'uscita al cimitero del tutto irrilevante fino ad ora. Comunque, aveva inteso chiederle seriamente come stava prima, pur essendo quella frase accompagnata da un seguito che forse lasciava a desiderare: se la guardava con la coda dell'occhio gli sembrava sempre piuttosto pallida, forse anche un po' più che in precedenza, roba da doverle prendere a schiaffi la glicemia per tirarle su il colorito - solo la glicemia, non si sarebbe mai permesso di schiaffeggiare una donna nemmeno a doverla mangiare.
Se lo dici tu.. commentò le ultime parole della giovane senza fare storie, lui d'altronde la gonna l'aveva portata ma solo cyber, lunga fino ai piedi e per gli spettacoli. Si, va bene, aveva portato le manskirt - ed era sempre sembrato perfettamente mascolino anche con quelle addosso. Probabilmente avrebbe anche fatto ridere parecchia gente ai tempi, non fosse stato che l'innegabile carisma di cui era stato dotato da caduto aveva avuto l'effetto del tutto contrario sui suoi spettatori che, invece, l'adoravano. Ah, la folla di ragazzine, gli urli, il continuo e noioso firmare autografi, spargere sorrisi e accettare regali! Nonostante tutti i pro della sua attuale professione di VJ, preferiva fare il cantante e il musicista, così come ora non poteva più fare in pubblico. Solo strumenti elettronici, elaborazioni digitali e video.. a volte lo trovava un po' una rottura di scatole, ma di sicuro si stava guadagnando il pane quotidiano e anche una buona pratica come compositore di tracce strumentali. E.. si accorse d'essersi distratto, l'attenzione sviata dal ricordo dei bei anni andati.
Com'è che sei qui, comunque? Era una semplice domanda di circostanza. In cerca di tranquillità o qualche altra sgangherata motivazione? Perchè non so se ti sei vista allo specchio, ma dal colorito non sembri poter stare in piedi ancora per molto. Soffri di bassa glicemia? Questo ambaradan di domande, solo per soddisfare un po' di curiosità. E poi non aveva una grande pazienza, ne aveva ancora meno con i vandali o gli scemi, sperava lei non rientrasse in una delle due categorie o non ci avrebbe pensato due volte ad ingoiarsela intera. Potevano passare le scommesse, gli scherzetti, i giochi da ragazzini viziati, lo scoperchiare tombe, ma venire lì dentro e pensare di versare sangue sacrificale a forze superiori (meno superiori di quanto gli umani pensavano e più furbe di loro) e altre stupidaggini simili servivano solo a dargli i nervi. E anche le bande di strada che si riunivano lì invece che nei vicoli gliene davano, ne aveva avuto la prova almeno una settimana prima. Maledizione, perchè non andavano a progettare i loro colpi fuori dal cancello e non lasciavano lui, in pace, all'interno? Tutta quella boria e arroganza mortale lo facevano sentire predatore, boia e giudice. Poi, ultimamente, aveva anche i cosiddetti un po' girati e non ci voleva molto a farlo scattare ad ammazzare qualcuno per nulla.
Vieni, ti puoi sedere se vuoi. Si scostò verso il bordo destro della panchina nel caso la ragazza apparentemente ipoglicemica volesse venire a sedersi prima di crollare a terra svenuta, così come immaginava dovesse avvenire a breve senza un buon controllo della pressione e una manciata di cioccolatini da rifilarle. Era pur sempre un neostudente di medicina, no? O almeno si dilettava coi libri universitari di quel campo. Del resto, il fiore era ancora tra le sue mani, portato alla bocca come a baciarlo: in realtà ne voleva "assaggiare" il profumo e la lingua biforcuta oscillò per dei secondi fuori dalle labbra toccando solo l'aria, esponendosi alla vista altrui, prima di ritirarsi soddisfatta dietro un sorriso intrigante. Allora, le urla di puro orrore? Non le sentiva ancora, stavano tardando un po', forse non l'aveva visto bene e doveva fare di meglio - doveva dire grazie al suo spirito d'esibizionismo, per questo. E anche se l'avesse visto, a meno lei non pensasse di avere un'allucinazione e se ne stesse zitta sul posto, l'avrebbe agguantata prima potesse fuggire di nuovo al muretto. Amava fare un po' di rimpiattino con gli umani quando ne aveva la possibilità.
 
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.:Rika:.
view post Posted on 21/5/2011, 14:58




Una delle poche cose che non le mancavano minimamente della sua vita umana erano proprio le malattie. Quelle poche volte che ricordava in cui si era sentita male erano davvero dei giorni orribili.
Al minimo malore era costretta a rimanere a letto sotto le cure di gente che all'epoca si definiva "medico"ma che di medicina ne capiva poco e niente. Potevano essere scambiati per quelli che, ai tempi moderni, giocano a fare il piccolo chimico.
All'epoca poi, un minimo raffreddore poteva causare infezioni mortali. Per questo al primo cenno di spossatezza ti obbligavano a stenderti nel tuo letto e a bere infusi e bevande dal gusto orribile.
Ora invece, niente più spossatezza, niente più raffreddore o malattie varie. Totale benessere, anche se da fuori evidentemente non sembrava.
Il suo insistere sul fatto che avesse un colorito che lasciasse a desiderare la mise in guardia, più di quanto non fosse prima.
Che avesse capito cosa fosse realmente era fuori discussione, ma un ulteriore occhio di riguardo non guastava mai.
"Il più umana possibile Atena, il più umana possibile..." si rammentò.
La volta successiva avrebbe rimediato con un buon fondotinta e del fard. C'erano certi cosmetici che facevano miracoli!
Non c'è nessun motivo particolare disse inclinando leggermente la testa da un lato. Mi piace girovagare per i cimiteri...mi suscitano tranquillità e aiutano molto a farmi rilassare.
Optò per dire la verità. Non c'era alcun male e sicuramente non l'avrebbe presa per una pazza dato che anche lui si trovava in un cimitero a notte fonda.
Il silenzio che regnava in un luogo come quello le faceva tornare in mente i vecchi ricordi dei secoli che aveva vissuto. I momenti felici e quelli tristi. Le persone che aveva conosciuto, quelle che l'avevano resa ciò che era fisicamente e mentalmente, quelle che l'avevano aiutata quando ne aveva bisogno ma anche quelle che fortunatamente erano ormai polvere nelle loro tombe. I luoghi che aveva visitato e nei quali era vissuta, le culture che aveva potuto conoscere da vicino. Esperienze che ormai erano solo antichi ricordi posti nella sua mente.
Purtroppo questo è il mio colorito naturale, se questo può sembrarti strano.
La invitò a sederti di fianco a lui. Anche se starsene in piedi non era un gran problema per lei, decise di accettare l'invito e si avvicinò all'uomo che intanto continuava a tirar fuori la sua strana lingua mentre si portava l'altra rosa vicino alle labbra.
Si mise a sedere con gesti lievi e con portamento voltando poi lo sguardo verso il suo interlocutore.
Qualcosa non andava.
Quegli occhi che sembravano lumini dovevano essere di un colore naturale. Era pronta a scommettere che non erano lenti a contatto anche se il colore era alquanto insolito. La sua pelle era bianca e la fascia che aveva sugli occhi sembrava trucco. La lingua ora che la vedeva distintamente, era lunga e biforcuta come quella di un serpente.
Inarcò un sopracciglio guardandolo poi dritto negli occhi.
Sei uno di quei tipi che vanno matti per le modificazioni genetiche? Scusa tanto ma non intimorisci per niente commentò infine facendosi scappare un mezzo sorriso.
 
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view post Posted on 21/5/2011, 19:47
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Incredibile quanta gente strana ci dovesse essere al mondo. Aveva sentito di un tizio che dopo una seduta aveva scoperto che il proprio animale/spirito guida era il gatto e aveva fatto di tutto per assumerne chirurgicamente l'aspetto, e aveva anche sentito di gente che si tagliava le orecchie come gli elfi perchè faceva figo, o di lingue divise chirurgicamente per simulare, in qualche modo, quella che aveva. Ma avrebbe scommesso tutto l'oro del mondo, non gli importava quanto, che tutte quelle modificazioni avevano ben poco a che fare con le sue, gli occhi di giada ridanciani e apparentemente spensierati puntati a lei quando si era seduta facendogli quella domanda piuttosto ambigua, ma non certo delle più strane che avesse sentito in vita sua. Il pensiero lo faceva sorridere a differenza della reazione di alcuni suoi simili, che si sarebbero affrettati a nascondere il vero od a negare il tutto con vigore, spaventati e senza nerbo, ma c'erano così tante cose al mondo ancora da scoprire e tanta distanza tra le sue attitudini e le loro che non poteva fare altrimenti. Ovviamente con questo non voleva certo suggerire o assicurare non le avrebbe mentito, dal momento era prima di tutto la sua natura e in secondo luogo una necessità, ma perchè affrettarsi a farlo?
Nah, non sono il tipo da operazioni da due soldi. Troppo basso stile per me. Non voleva sembrare arrogante, ma nemmeno il tipico uomo che si riduceva a qualcosa di tanto banale; d'altronde esisteva la magia al mondo e gli umani ne erano abbastanza a conoscenza per chiedere venissero loro fatte certe.. modifiche estetiche particolari. Insomma, ad Anderville i chirghi estetici non facevano certo la fame, per il resto c'erano gli arcanisti o gli artigiani. E poi non voglio certo intimorire qualcuno. Le diede uno sguardo e poi tornò al fiore tenuto nella destra, stendendosi all'indietro e mandando il dorso allo schienale della panchina, una gamba accavallata all'altra. Le aveva riferito l'ultima frase in un modo un po' ambiguo, come se stesse dicendo una cosa e contemporaneamente negandola - una mezza verità, l'avrebbe definita lui. E notare bene, non aveva negato nè respinto l'ipotesi della ragazza, anche perchè c'erano tanti modi per ottenere ciò che si voleva al mondo. E poi poteva anche essere un'ambigua malformazione genetica - come non era - solo sua. Chi lo sapeva?
E tu, sei una di quelle che vanno matte per ciò che spaventerebbe altra gente? Non l'avevo mai vista una ragazza, qui. Non aveva accennato al fatto non avesse visto altra gente, solo non ragazze, di solito erano troppo emotivamente sollecitate dai posti che migliaia di film dell'orrore avevano descritto come la culla dei mali più assurdi. Peccato che per ora di zombie non ne avesse visto nemmeno uno alzarsi dalla tomba. La maggior parte si spaventano troppo, credo. Sai, gli zombie, i fantasmi.. Rise, scuotendo la testa come fosse incredulo. Di solito viene qualche teppistello, qualche ragazzino per scommessa ed ogni tanto perfino un convinto adoratore del demonio o due.. e me. Concilia il sonno, come posto. Beh, era successo.. un paio di volte, quando in passato s'era addormentato in un mausoleo e anche su una tomba di marmo ai piedi di un angelo gioioso - roba da sparare alla testa della statua per il solo fatto di essere stato alzato alle otto di mattina davanti a quell'espressione indecente. Qualche passante allora se n'era anche uscito con la trovata fosse il figlio del becchino.. non l'avrebbe detto anche lei, vero?
 
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.:Rika:.
view post Posted on 22/5/2011, 12:57




Quindi... o sei truccato benissimo o questo è il tuo aspetto naturale lo guardò velocemente da cima a fondo anche se penso sia più vera la seconda opzione.
In fin dei conti, se lei era un vampiro c'erano alte probabilità che lui fosse una specie di creatura con fattezze di serpente.
Ormai al mondo si poteva vedere di tutto e di più e nelle circostanze più normali, non si poteva più dare nulla per scontato.
Chissà che cosa era realmente. Non che fosse spaventata e di lì a poco pensava che glielo avrebbe chiesto. Del resto, se andava in giro con quell'aspetto sicuramente non gli importava granchè di venire scoperto da qualcuno o bene o male sapeva come cavarsela se ci fossero state delle conseguenze inaspettate.
Il fatto che non volesse intimorire nessuno le risultava alquanto strano. Se ci fosse stato un qualsiasi umano seduto vicino a lui al suo posto era pronta a scommettere che sarebbe fuggito via urlando.
Che roba, adesso anche uscendo tranquillamente per una passeggiata o andando a prendere un caffè si potevano scoprire fatti strani...questo era il bello del mondo, se così si poteva definire!
Distolse lo sguardo voltandosi a guardare il cielo stellato e poggiandosi delicatamente sullo schienale della panchina piegando leggermente il collo all'indietro.
Riusciva a vedere le costellazioni in modo nitido anche se le luci della città le rendeva meno luminose, un comune umano alcune non sarebbe riuscito a vederle sicuramente. Le piaceva il cielo stellato, le dava un senso di infinito e di speranza anche se non sapeva il motivo.
Sarebbe stata ore ed ore a fissarlo senza stancarsi, ad osservare tutte quei piccolissimi puntini luminosi che riempivano il cielo, come fossero schizzi di vernice su di un vasto muro nero.
E le stelle cadenti poi...non che credesse alla baggianata dei desideri, ma erano talmente belle da lasciarla senza fiato, se ancora lo avesse avuto, ovvio!
Sono soltanto una comune ragazza a cui piacciono i luoghi tranquilli che altri non visiterebbero mai. disse senza staccare gli occhi dal cielo i cimiteri per me sono come i parchi, che poi ci sia gente morta all'interno è un altro conto. Mi piace guardare le lapidi dei morti e fantasticare sulle loro vite passate. Mi fa sentire come se riuscissi ad entrare in contatto con loro.
Non era certo una cosa che avrebbe fatto chiunque, almeno di notte. Bè, lei di giorno non poteva uscire quindi non aveva molta scelta!
Era vero, neanche lei aveva mai visto una ragazza addentrarsi in un cimitero. Dei teppistelli se ne fregava altamente, almeno finchè non combinavano qualcosa che le faceva girare i nervi. Se si permettevano a rovinare qualcosa avrebbero fatto una brutta fine.
Ora che ci pensava, non aveva ancora "cenato", non che la sete si sentisse così tanto ma doveva comunque trovare qualcuno o qualcosa per saziarsi.
Guardò la luna, era ancora presto...non c'era fretta.
Poi tornò a guardare il suo interlocutore. Chissà che sapore aveva un mezzo serpente o qualunque cosa fosse..
Che cosa sei tu? gli chiese infine con voce atona. Non aveva molta voglia di scherzare.
 
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view post Posted on 22/5/2011, 14:20
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Non diede l'idea di essersi particolarmente sorpreso alle parole della ragazza, ma in realtà ne era rimasto colpito. Non che sembrasse stupida, ovviamente, ma non s'era aspettato una tale lucidità e schiettezza, forse perchè poteva passare per uno strano amante del trucco. Chissà.
Ogni tanto. Ogni tanto è il mio aspetto naturale. Quasi. Rimase sul vago, anche perchè ancora per lui non era altro che umana e andare a pizzicare gli umani sulla curiosità era un vantaggio - questo di solito dava adito ad un sacco di possibilità, del tipo, poteva credere fosse un mutaforma o chissà quale altra stranezza, una fata, un licantropo, un naga che era anche l'ipotesi più vicina a lui. Non le avrebbe mai detto davvero ciò che era perchè non avrebbe mai voluto finire in uno zoo o peggio, in un laboratorio di esperimenti e chiuso in gabbia a farsi prelevare campioni di tessuti e torturare in generale, ma poteva comunque suggerire velatamente dal momento a lui la questione importava meno che ai suoi fratelli. E poi ci sarebbe stata gente disposta a pagare per quello, se avesse proprio voluto mettersi in mostra, perchè mai farlo gratis? Tuttavia, il fatto non fosse atterrita e parlasse con così tanta naturalezza gli fece pensare che lei poteva essere una del Talamasca, una magari che non aveva mai incontrato prima nella sede: c'erano così tanti osservatori e l'enorme castello era, appunto, enorme.. non poteva conoscere tutti e Bret cercava di tenerlo il più lontano possibile dai membri svegli. Non c'era riuscito però con quell'osservatrice da Londra.. e il prezzo da pagare era stato mettersi a disposizione purchè lei tenesse la bocca chiusa. Era forte, più forte di un mortale, ed era anche velenoso, veloce e grosso: poteva fungerle da guardia del corpo o informatore e molte poche persone si sarebbero prese la briga di affrontarlo, a meno non fossero gli altri Figli, i suoi fratelli solo per modo di dire.
Fece spallucce, rimandendo a rigirarsi la rosa tra le mani. Non le aveva ancora dato un'assaggio, perciò ne strappò un petalo e senza badare a lei se lo mise in bocca, solamente portandolo alle labbra con le dita. Lo ingoiò così com'era, senza masticare, ma avendo molti più recettori di gusto e profumo per lui era come averlo fatto pienamente. Deglutì, sentendola parlare di cosa ci faceva lei nel cimitero, un motivo non tanto lontano dal suo: ad alcuni il camposanto portava una malinconia terribile e non avrebbe mancato di farne anche a Raven, come tanto tempo prima, se solo il setita non li avesse trovati molto più affascinanti e dotati di una profondità intrinseca, un po' come la musica di un carillon alle sue orecchie. Non sapeva nemmeno come gli fosse saltato alla testa quel paragone insensato, ma dato amava la musica in tutte le sue forme fino in fondo quella era una definizione che andava molto vicino a ciò che provava stando a contemplare in silenzio le lapidi, in cammino o da seduto, aspettando passasse la notte per andarsene prima iniziasse un nuovo giorno. Con la coda dell'occhio, la vide guardare al cielo e poi tornare a lui con voce atona. Non l'avrebbe spaventato, ma di nuovo lo sorprese abbastanza da far sì che i suoi occhi gialloverdi tornassero puntati alla giovane. Ingoiò un groppo amaro, preso contropiede, ma se non era il bugiardo per eccellenza lui..
Non posso rispondere alla tua domanda. Tattica degli Figli numero uno: mostrare un'apparente impossibilità. Sostenne il suo sguardo, non aveva mai avuto problemi a fissare a lungo le persone negli occhi per com'era stato abituato, una volta così arrogante ed insolente. Le origini di caduto non si dimenticavano così facilmente, era forse uno dei pochi a saperlo per davvero. Sospirò, poi annusò il fiore tra le mani, distrattamente. In fondo, perchè non darle un contentino? L'illusione del classico zuccherino per cavalli a volte poteva soddisfare la curiosità più di ogni chiara risposta.
Ma potresti indovinare. Cosa credi che io sia?
 
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.:Rika:.
view post Posted on 22/5/2011, 15:25




Enigmatico, come giusto che fosse. Quella sua "non risposta" poteva essere molto più esauriente di molte altre risposte ben costruite.
Anche se aveva detto che ogni tanto quello era il suo aspetto naturale, c'era stata un'impossibilità a rispondere alla sua domanda e quello poteva voler dire molte cose.
Di per sé, una vera e propria impossibilità, come quella che era stata insegnata a lei per nascondere la sua vera natura, ma questo stava a significare che non era umano sul serio.
Oppure più che impossibilità si trattava di non avere alcuna voglia di rispondere, o per tenere un velo di mistero sulla sua persona o per pigrizia o ancora, per tenere una certa distanza da lei e risultare il più riservato possibile.
Ma lei era pronta a scommettere che era umano quanto lei, cioè solo di apparenza.
Mi consenti questo privilegio? Bè vediamo un pò...
Cosa poteva essere? Le risposte potevano essere milioni e trovare quella giusta forse non era poi così semplice come le poteva risultare all'inizio.
Fortunatamente la sua cultura le forniva parecchie fonti d'appoggio e poteva farsi una vaga idea della natura dell' "uomo serpente" che aveva seduto di fianco.
Tornò a fissare l'infinito del cielo stellato mentre pensava alle antiche credenze dei suoi antenati e alla mitologia che le avevano insegnato quando ancora respirava beata.
Nella cultura greca si era sempre parlato di creature mitologiche e le sembrava un buon inizio su cui basare la sua teoria.
Spesso le creature mitiche erano Chimere, combinazioni di due o più animali, ma più comunemente erano combinazioni tra uomini e animali.
I Satiri, metà uomo e metà capra, i Centauri, combinazioni di uomini e cavalli, i Minotauri metà uomo e metà toro. Persino le Sirene metà donna e metà pesce. Ce n'erano talmente tanti che era quasi convinta potesse essere sulla giusta pista da seguire per scoprire cos'era quell'uomo.
Sei un qualche essere mitologico per caso? Sai, nella mitologia un antico re di Atene era un rettiloide, si chiamava Cecrope. Solo che lui al posto delle gambe aveva la coda... affermò voltando lo sguardo e soffermandolo sulle sue gambe. Stava parlando con molta naturalezza, come se stesse raccontando un suo ricordo o un qualche fatto visto in TV.
Tornò a guardarlo in quegli occhi gialliverdi che sembravano avere una luce propria e sostenne lo sguardo. Lui sembrava impassibile come sempre, se non altro riusciva a domare bene le emozioni a patto che ne provasse alcuna.
Tu la coda dove la nascondi?
 
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view post Posted on 22/5/2011, 17:41
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Erano molte le ragioni di non rispondere ad una domanda, sia per svogliatezza che per apprensione, che per paura. La sua però non era una vera e propria paura; quello di Raven era il timore le sue parole arrivasse a far scattare in qualche modo sè stesso, innanzitutto, e che solo poi volassero nell'aria fino alle orecchie fini dei suoi fratelli. Come setita, lui non avrebbe dovuto esistere e se già convivere in segreto nella grande città e di nascosto da altri setiti poteva essere pericoloso, figurarsi l'incontrarli di persona. Avrebbe messo in pericolo la propria vita e quella di chiunque gli stesse attorno se l'avessero scovato in qualche modo, e non aveva dubbi gli avrebbero strappato i vestiti di dosso, non avendolo mai visto prima. I Figli di Seth erano in grado di guarire da qualsiasi cosa o quasi, e chiunque di loro lo fosse dalla nascita non aveva cicatrici di nessun tipo, nemmeno per sbaglio a meno non fossero recenti e fresche, in via di guarigione. Le sue non lo erano, invece, nè la croce scavata nella sua schiena, merito di un'ustione sacra e coperta dalla felpa, nè i due lunghi tagli ormai richiusi e cicatrizzati delle sue ali strappate di netto, la malformazione genetica che l'aveva accompagnato dalla rinascita, da quando la tenebra aveva smesso di lottare per tenerlo in uno stato di nonvita e lui s'era ritrovato in corpi diversi dal suo che aveva riunito, come pezzi di collage, per tornare all'aspetto che tanto aveva adorato. Era un puzzle di corpi morti riportati in vita e riempiti dalla sua anima e portava con sè le cicatrici d'altri tempi, cosa che lo classificava come impuro, incorretto per loro. Come pochi altri, la sua pena sarebbe stata il rogo, ciò che poteva uccidere uno qualunque di loro: il fuoco bruciava e non lasciava scampo, e troppo portava alla morte. Pelle troppo fragila, insofferente al sole e al calore delle fiamme dava vita a questo difetto ed a molto altro.
Si poteva così capire benissimo il motivo per il quale avesse solo accennato, non risposto veramente. Oltre al fatto i setiti erano tutti portati a mentire, quel suo segreto gli proteggeva la vita in molti modi, dalle mani di umani e qualsiasi altra creatura avesse voluto approfittarsene. Quale arcanista non avrebbe voluto il suo veleno, quale artigiano o medico la sua pelle o i suoi organi? Rabbrividiva a quel pensiero, un brivido nascosto sottopelle e nello sguardo improvvisamente gelido. Glielo rivolse così com'era, simile ad un blocco di ghiaccio dalle sfumature verdi e dorate, prima si ammorbidisse in un sorriso. Scosse la testa, spostando le iridi da lei alla rosa, candida e quasi rassicurante in quella sua bellezza.
Ho solo trent'anni.. le rispose con calda ironia. Erano trentacinque, ma abbassare un po' sull'età che non dimostrava non poteva fargli male. Non sono così vecchio, nè così ben informato sulla mitologia. Avevo un'amica che l'amava.. La ricordò con affetto, perchè sapeva di essere stato crudele con lei e non solo per il fatto lo volesse. Allora era la sua natura, così come adesso lo era quella di serpente. Stava quasi per lasciarsi scappare che lei era sul serio una creatura mitologica, ma si fermo prima. Lei si che era vecchia davvero, anche se non lo dava minimamente a vedere si limitò ad aggiungere, prima di alzarsi in piedi a mostrarle la risposta alla sua seconda questione. Lasciò la rosa sulla panchina e si sistemò i pantaloni con entrambe le mani, tirandone su il bordo abbassatosi a forza di star seduto.
Tu ne vedi una, per caso? le disse ridacchiando, piegandosi appena in avanti a toccarsi l'interno delle cosce, verso le ginocchia, per mostrarle non era un'illusione. Probabilmente sembrava un povero scemo, ma era divertente e non ci faceva caso. Credo che se ne avessi avuta una l'avrei notata.. sarebbe un po' ingombrante da gestire. Non le aveva però risposto direttamente, ancora una volta, e in più lei nemmeno l'aveva toccato. Se l'avesse fatto, avrebbe scoperto era esoterma, freddo al tocco o al massimo a temperatura ambiente, eliminando così possibili dubbi nonostante l'evidenza; nonostante questo tornò a sedersi al proprio posto con la leggerezza di un ragazzino impertinente, lasciando invece la rosa dov'era, messa tra loro a separarli e posizionata al suo fianco sinistro.
E tu invece, che cosa sei, mia cara? Non glielo domandava per un motivo preciso, ma solo perchè non sembrava affatto sorpresa nè spaventata. Stese le braccia lungo il bordo superiore della panchina e accavallò le gambe, non esattamente stravaccato e nemmeno del tutto elegante nella posa. Sei una studiosa, una ricercatrice? Magari un'insegnante? Se conosceva la mitologia greca, magari era una professoressa di storia o di letteratura, o di latino e greco, non si sapeva mai. Non aveva esattamente l'aspetto della ragazzina imperbe. O.. ti piacciono gli animali strani? Magari, una biologa. L'ultima domanda era colorata di malizia, ma d'altronde, per quanto lo negasse, era pur sempre un uomo dominato da istinti serpentini e questo faceva di lui un animale a tutti gli effetti, per quanto non esattamente mammifero - non del tutto almeno - e non a sangue caldo. Lui però non s'era ancora accorto di niente di strano nella giovane, quindi almeno in teoria le stava lanciando quella domanda come uno scherzo, aspettandosi un impiego come risposta e nient'altro.
 
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.:Rika:.
view post Posted on 22/5/2011, 18:41




Era bravo a deviare i discorsi, non c'era che dire! Che motivo c'era però di farla tentare ad indovinare se poi non l'aiutava neanche un pò a capire se la sua teoria era vera o falsa? Inaspettatamente però, si stava divertendo.
Le erano sempre piaciute le persone enigmatiche perchè adorava togliere loro la maschera in tutti i possibili modi che le venivano in mente.
E lui non sarebbe stato da meno, prima o poi l'avrebbe smascherato, ormai era diventata una sfida.
Era difficile che qualcuno riusciva a farla sorridere di gusto, figurarsi se riusciva a farla divertire in quel modo.
Non mi hai detto se ho indovinato, però... disse voltandosi dalla sua parte col viso e leggermente anche con il corpo. Era segno che la conversazione cominciava ad interessarle parecchio.
Forse aveva colto nel segno. Magari non era una qualche chimera mitologica ma un qualcosa dello stesso genere. Un qualche rettiloide che poteva cambiare aspetto a suo piacimento.
Sicuramente durante il giorno non andava in giro con quell'aspetto, oppure come lei, di giorno proprio non usciva, ma se invece lo avesse fatto doveva per forza avere un aspetto un pò più umano.
La coda avrebbe potuto benissimo tenerla nascosta o magari non l'aveva proprio, poco importava comunque.
Forse la tieni ben nascosta, ci sono molte cose che gli occhi non possono vedere se non vengono messe in mostra...
Poi prese la rosa che il trentenne misterioso aveva lasciato sulla panchina e cominciò a toccarne i petali delicati le dita. Petali bianchi, freschi al contatto.
Quella rosa era come lei, bianca, fredda, bella ma soprattutto pungente e pericolosa al tempo spesso. Se la si prendeva dalla parte sbagliata poteva fare male, molto male!
A sentire quelle domande le uscì un'altra risata melodiosa senza però guardarlo in viso, era troppo presa a fissare la rosa bianca.
Dubitava, invece, che lui avesse capito cosa fosse anche perchè, al contrario di lui, Atena non aveva dato alcun indizio su di lei e non c'era nulla, oltre al suo colorito forse, che lo potesse far sospettare che lei non fosse umana.
Io? Io sono solo una comune spogliarellista che ha una passione per la mitologia.
Non si vergognava affatto del suo lavoro, anzi, lo riteneva molto più decente di altri. E in più le piaceva. Le piaceva ballare, esibirsi, avere gli sguardi puntati addosso, essere desiderata. Quale donna non aveva desiderato almeno una volta tutto ciò?
Non aveva mai pensato di svolgere un mestiere diverso anche perchè in realtà non ne aveva bisogno. Economicamente stava
molto bene e lavorava più che altro per ammazzare la noia.
Non le era mai venuto in mente di diventare insegnante, ricercatrice o addirittura biologa!
E comunque sì, gli animali mi piacciono, ma quelli a sangue caldo... e così dicendo si portò un dito alle labbra volgendo nuovamente lo sguardo all'uomo misterioso.
Almeno adesso erano pari, anche lei gli aveva dato un piccolo indizio sempre che lui avesse capito cosa intendesse.

Edited by .:Rika:. - 22/5/2011, 20:03
 
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view post Posted on 22/5/2011, 21:11
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Per dimostrarle che non aveva la coda avrebbe dovuto come minimo darsi due pacche sul sedere, il chè non era una bella cosa da fare in faccia ad una ragazza a meno non volesse "entusiasmarla" - chissà quanto poi - solo nel modo in cui gli ubriaconi lo facevano. Sarebbe stato poco decente, suvvia, e certo non le si sarebbe tolto davanti nemmeno i pantaloni, nè per mostrargli aveva due gambe perfettamente a posto, nè per fare altro non riguardasse il rimanere decente, vestito, perfettamente pudico e immacolato. Era un signore lui!
Non crederai mica di vedermela spuntare da un momento all'altro dal didietro, spero?! commentò con un'espressione a metà tra l'indignato e lo schifato, un po' troppo patetica e con tanto di labbra arricciate dal disgusto per non essere volutamente caricaturale. La vide prendere la rosa bianca tra le mani, con molta attenzione, e pensò anche le faceva perfettamente pandant con la pelle volendo, essendo probabilmente i due tipi di bianco molto assimilabili tra loro: bianco fiore e bianco ipoglicemico. Novità del giorno: regalare rose del colore della carnagione alle degenti non era mai una pessima idea, quindi se mai avesse trovato una donna con la cirrosi le avrebbe regalato rose gialle. Doveva pensare ad altre malattie da intonare col rosso, l'arancione e il blu: ustione, asfissia e congelamento? Che accompagnamento perfetto.. lo stava giusto pensando prima le tirasse un'occhiataccia e alzasse gli occhi al cielo alla sua frase seguente.
Oh, no.. Un'altra! Esclamò dando l'impressione di essere esasperato. Solo poi, con la sua delicatezza da elefante, si accorse che poteva benissimo averla offesa. La fissò con uno sguardo di scuse imbarazzato, una mano a strofinare il collo in un gesto di soggezione, con un sorriso tremulo come se avesse appena fatto la figuraccia del secolo. Non è per la professione, ci mancherebbe.. è solo che sei la seconda spogliarellista che conosco. La prima è.. un'amica di lunga data. Nonchè sua attuale compagna di letto, non l'unica, ma sicuramente la migliore. D'altronde chi era che lo accettava senza storie quando la coda l'aveva davvero? L'imbarazzo sparì quando si ricadde nella malizia, almeno per quanto gli sembrava, con quell'esternazione di preferenza che gli fece lanciare uno sguardo intrigante verso di lei, forse anche un po' arrogante, ma molto comunicativo.
E così ti piace il sangue caldo da mammifero.. Rise brevemente della cosa. Voleva sapere se aveva indovinato da prima? Altro zuccherino per lei in arrivo. E i rettili, mai considerato ti potrebbero piacere anche quelli? Se tu provassi anche solo a toccarli.. La punzecchiava e allo stesso la accontentava, comunicandole - mica tanto tra le righe - che si, era un rettile e che si, se voleva poteva azzardarsi a toccarlo.. brevemente. Sarebbe sembrato probabilmente freddo sulla pelle calda di lei, per quello che ne sapeva. Restavano però tutte le domande ancora da rivolgere alla cortese signorina. E dimmi.. non le aveva chiesto il nome, quindi lasciò stare ..come mai queste preferenze? Le punte biforcute della lingua nera saettarono ad inumidirgli le labbra dello stesso colore, con un sorrisetto da vecchia volpe che sapeva dove andare a parare. E perchè non te ne sei già andata come qualunque persona sana di mente avrebbe fatto? Hai avuto altri strani.. incontri in precedenza, per caso? Non sono il primo che vedi? La sua era in parte curiosità, in parte una constatazione, e poi non era saggio escludere ipotesia a priori: nonostante tutto il Talamasca non poteva arrivare ovunque a prendere tutti i colpiti dalle esperienze soprannaturali, anche se ci si avvicinava molto. Magari lei l'aveva scampata; l'unica cosa di cui dubitava seriamente era fosse una cacciatrice, a meno non fosse molto astuta e molto brava a sopportare un essere inumano - ormai credeva qualsiasi individuo con un minimo di intelligenza fosse arrivato alla conclusione era per metà umano e per metà qualcos'altro, e nemmeno s'era curato di nasconderlo troppo a dire il vero.
 
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42 replies since 18/5/2011, 20:11   472 views
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