Anderville GDR

Attico di Rea

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.Whisper~
view post Posted on 9/7/2011, 21:19




Rea arrivò davanti al grande ed alto palazzo nel quale avrebbe vissuto in Anderville. Sorridente osservò l’architettura del palazzo, a dir poco moderna, e non riusciva a vedere casa sua, ovvero l’attico, anche se alla fine le sembrava di vedere qualche chiazza verde e ciò la incuriosì molto, ma, non appena entrò dentro al palazzo, il portiere la fermò consegnandole una lettera. Rea se la girò fra el mani con aria interrogativa, dovendo fermarsi con tutte le valigie prima di capire che era da parte della sua allegra famiglia, e così diceva:

“Cara Cassandra,
Se stai leggendo questa lettera vuol dire che hai appena messo piede nella tua casa di Anderville, o almeno nell’entrata del palazzo.”

Rea chiuse la lettera portando tutte le valigie dentro l’ascensore, stanza parecchio larga, e mentre lo fece partire, riaprì curiosa la lettera. Le calligrafie cambiavano ogni tanto, ma erano sempre le solite due, quelle delle nonne.

“Ora, dato che non vogliamo che tu ti chiuda in camera, avremmo pensato noi di descriverti la casa, per farti capire anche il perché del mobilio, e non vogliamo ASSOLUTAMENTE che tu la cambi, anche perché è un nostro regalo, così com’è. Comunque, non appena arriverai a casa metterai piede in un androne, con pareti e pavimentazione molto chiare (il pavimento è in marmo, perciò attenta a cosa ci cade su), e sulle pareti potrai appenderci ciò che vuoi, per questo le abbiamo lasciate spoglie. La prima porta che vedrai ti porterà in un terrazzo, che fungerà da secondo collegamento fra il soggiorno e la camera degli ospiti. Un collegamento simile ci sarà fra la tua camera e quella degli ospiti. Comunque, devi sapere che abbiamo scelto il tuo palazzo in base agli angoli, infatti, la camera degli ospiti è verde, ed è puntata a nord, la cucina è rossa, ed è a sud, esattamente l’opposto della stanza precedentemente citata. La tua camera si trova ad est, ed è di un bianco candido e la stanza opposta alla tua, è il soggiorno, che è blu.”

“La disposizione di un santuario Wicca!”

“Se hai pensato al santuario tesoro, hai indovinato alla grande! È un nostro regalo, e vogliamo che la nostra nipotina abbia una vita stabile, e che la natura l’accompagni, perciò ti abbiamo preparato tutto questo, ma ora passiamo alla vera e propria descrizione. Oltre alle stanze fissate sui punti cardinali, la casa presenta altre 3 stanze: uno studio, arredato dai nonni, un altro bagno, sta volta più grande, arredato da mamma, e uno studio di registrazione arredato da papà, ora però continuiamo con le stanze elementari: come stavo dicendo, il soggiorno è blu, e per alcuni effetti ottici e di mobilio, è in stile capanna africana, ma non mancano tv, luci, e divani, tutto in stile etnico. C’è anche un angolino dove potete sedervi su dei puff con un ricamo arabo. Tuo padre ha detto di scriverti che c’è un impianto stereo “divino”, ma proseguiamo con la cucina. È in stile rustico con le mattonelle, rossa, e non manca di utensili moderni. Ha un lavello ma anche una lavastoviglie ed è una stanza molto grande, circondata da un paio d’armadi per aumentare la credenza. La potrai riempire come vuoi tesoro. Ora passiamo a nord: la camera degli ospiti è verde, ed è sviluppata in un cono, che porta la visuale sul terrazzo e se cerchi bene c’è anche un ingresso da una delle vetrate. L’arredamento è in stile etnico, colore verde militare, il letto è appoggiato sul pavimento che è parquet, ricoperto da tappeti color verde chiaro. Ci sono alcune cassapanche, così se l’ospite vuole fermarsi più giorni, o ti servono altri posti per mettere cose come coperte o cuscini, sai dove puoi farlo. Passiamo alla tua stanza. È larga quanto quella degli ospiti, ma, è più piccola, dato che al suo interno c’è un bagno, con parecchi ripiani a scacchiera dove puoi mettere scarpe e borse. Hai anche una cabina armadio non troppo grande, ed un accesso alla terrazza tramite una scala a chiocciola. Il tuo letto è su un soppalco, che ha una finestra, nonché porta. Al piano sottostante hai un tavolino dove puoi piazzarci quello che vuoi, ed il tutto è illuminato da un candelabro bianco e qui il pavimento è in assi bianche, come se stessi nella campagna. Ma tutti noi siamo sicuri che la tua parte preferita sarà il giardino, sul terrazzo! Quello te lo lasciamo scoprire la sola. Ti vogliamo bene tesoro, e speriamo che ad Anderville sarai felice e tirerai fuori il meglio di te. Buona fortuna!
La tua amata famiglia.”

Appena arrivò nell’attico, Rea buttò la lettera a terra, tirò di corsa i bagagli fuori dall’ascensore e poi si tolse le scarpe per correre a vedere il giardino. Passò dal terrazzo, che le sembrò la via più veloce di tutte. Arrivata con i piedi sull’erba rimase incantata ed iniziò a correre tra gli alberi, girando e ridendo come una scema. Si mise a ballare per tutto il terrazzo urlando di gioia, perché era l’emozione che le trasmetteva il posto. Alberi di diversi tipi, messi in ordine di specie in tutto il giardino, un mini stonehenge dove poteva fare yoga o altro. Rea continuava a ballare dalla gioia, esplorando ogni centimetro di quel posto che a lei sembrava magico. Iniziò a ballare intonando una canzone che nemmeno lei conosceva, ma le parole le venivano fuori da sole ed il fruscio degli alberi sembrava volerla accompagnare in quello strano viaggio, dove lei urlava al mondo, tramite i suoi acuti, quanto amasse tutto ciò.

Benvenuti nella casa di Rea~

Piantina appartamento
Piantina giardino

Edited by .Whisper~ - 11/7/2011, 15:49
 
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FucKing Jashinist~
view post Posted on 9/7/2011, 22:48




Narrato
Pensato
Parlato


Era una mattina fredda quando una vecchia jeep grigia sfrecciò a una velocità sicuramente non consentita sulla vecchia strada mal ridotta che portava ad Anderville. Kaeru non era un patito della velocità ma ormai erano giorni che viaggiava senza raggiungere la meta e il fatto che fosse riuscito a trovare la città non poteva che mettergli fretta. Finalmente avrebbe mangiato cibo vero! Non quella robaccia racimolata in autogrill o nei paeselli dai quali era passato settimane prima!
Purtroppo per la fretta non imboccò la strada giusta e si trovò a dover chiedere indicazioni. In giro le strade della zona più periferica erano deserte e dopo 5 chilometri percorsi a vuoto decise di parcheggiare davanti ad un grande edificio moderno.
Era veramente imponente ma aveva molta fretta così si costrinse a suonare uno dei campanelli

Ti prego resisti ancora un po' ... tra poco sarai nel tuo ostello a rilassarti su un letto più o meno comodo!

La prospettiva non lo rilassò granché!
Appoggiò la testa alla porta, era sfinito, possibile che nessuno in quel palazzo potesse rispondergl?
 
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.Whisper~
view post Posted on 10/7/2011, 00:07




Era una fredda giornata invernale, ma nella sua casetta, Rea stava al calduccio nel suo letto a leggere, quando non sentì qualcuno che suonava insistentemente al citofono. Disturbata nella sua tranquilla ed amorevole lettura, ella saltò giù dal letto, e in battibaleno si presentò fuori dal palazzo scalza, ed in un vestitino molto leggero per quella stagione. Mentre rabbrividiva dal freddo, e la sua mente era piena di pensieri per chi poteva essere quel rompiscatole che suonava, vide un ragazzo che pareva stanco, appoggiato al suo campanello.

-Guarda che non ti risponderà nessuno. Anche perché se non sono su dubito che potrei risponderti al citofono..-

Ridacchiò prima di rabbrividire per il freddo.

-Ehy, qui fa freddo, ti conviene entrare o ti prende una broncopolmonite.. Dai ti offro un the, un caffè, quello che vuoi, basta che entro dentro.-

Aggiunse iniziando a saltellare per non toccare il pavimento gelato. Nel cielo c’era un principio di neve, che ricordava a Rea le belle giornate trascorse a casa con la famiglia. Ridacchiò fra sé e sé prima di guardare lo straniero e fargli un cenno con la testa per indicargli di entrare, e sta volta era più preoccupata della sua salute che di quella del ragazzo. Anche se era nata in un paese sempre freddo, non era certo invulnerabile ad esso, perciò era sempre meglio trovare un rifugio caldo.
 
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FucKing Jashinist~
view post Posted on 11/7/2011, 14:23




Era ancora accasciato con la testa contro il muro quando una ragazza dai capelli rossi comparve sulla soglia.
Disse qualche frase di cui lui non afferrò il senso e poi lo invitò cordialmente a entrare.
Non aveva voglia di socializzare con mortali, né di perdere altro tempo ma il fatto che avrebbe bevuto del buon tè dopo così tanto tempo e uno spifferò che gli si insidiò nel colletto della camicia lo convinsero ad accettare.
Salirono per un'ascensore fino a che non arrivarono in un enorme atrio non sapeva descrivere il bizzarro arredamento perché non lo aveva mai visto prima. Distogliendo lentamente lo sguardo si rivolse alla ragazza:

Dove posso posare il mio zaino?

Chiese togliendoselo dalla spalla.

Edited by FucKing Jashinist~ - 11/7/2011, 15:42
 
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.Whisper~
view post Posted on 11/7/2011, 16:04




Quando lo straniero prese ed entrò nel palazzo per poi prendere l’ascensore, lei gli corse dietro, perché non avrebbe potuto certamente sapere dove doveva andare. Una volta dentro premette il bottone dell’ultimo piano, e poco più di un minuto, che Rea passò fischiettando melodie a cavolo con un’aria serena e contenta, arrivarono dentro alla sua nuova casa, alla quale doveva ancora abituarsi.

Questo qui è talmente silenzioso da darmi ai nervi.. Insomma, almeno un “grazie” potrebbe biascicarlo, invece no! Sta muto, zitto, fermo, composto e impassibile in silenzio! CHE NERVI!

Pensò la ragazza mettendo piede dentro la casa.

-Seguimi..-

Biascicò quasi spazientita. Bhé, il silenzio non era una cosa che faceva per lei, ne tanto meno l’impassibiltà. Se quel ragazzo era un grigio monotono, Rea era un’esplosione continua di colori, un qualcosa che non si fermava nemmeno un momento e che dava il meglio della su espressività sempre, senza tralasciare nessun dettaglio. Tornando al presente, una volta dentro l’atrio Rea non si ricordava più dove doveva andare per la cucina, ed imboccò la strada sbagliata, mentre apriva tutte le porte per vedere se aveva azzeccato quella giusta, finché dopo 10 minuti buoni non arrivò in cucina. Si girò verso l’ospite ed imbarazzata, e leggermente rossa in viso, gli sorrise gentilmente.

-Scusami se ho girato a vuoto ma ho appena finito di trasferirmi e ancora devo fare il callo a dove andare per trovare le stanze, senza sbagliare per almeno 3 volte…-

Disse ridacchiando mentre entrava in cucina e lasciava la porta aperta per far entrare lo sconosciuto.

-Comunque io mi chiamo Rea.Cosa preferisci, un the, un caffè, una cioccolata calda? Dimmi te. Ah! Puoi poggiare la borsa lì!-

Finì sorridente la frase, indicando le sedie ed il tavolo li vicini, e si andò a sedere su uno dei banconi.
 
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FucKing Jashinist~
view post Posted on 11/7/2011, 17:33




Appena furono nell'atrio la ragazza scomparve dietro una stanza, per poi tornare 10 minuti dopo... Alla fine ricomparve dicendo di doversi abituare ancora alla casa nuova.
Perché mi sono fatto coinvolgere? Perché?
Ma si arrese all'idea che non sarebbe mai potuto fuggire via come nulla fosse. Così seguì la ragazza nella cucina dove gli indicò una sedia per posare lo zaino e sedersi.

-Comunque io mi chiamo Rea.Cosa preferisci, un the, un caffè, una cioccolata calda?-

Esclamò la fantomatica Rea continuando a sorridere in un modo piuttosto inquietante.

Il mio invece è Kaeru! Il té va benissimo grazie!

Rispose lui in tono cordiale. Sperò vivamente che la ragazza avesse del té decente e non una di quelle cagate da autogrill.
Cercando un modo per attaccare bottone iniziò dicendo:

Deve essere veramente grande la tua casa per perdertici in quel modo! Hai anche un giardino?

Rimase ad attendere una risposta giocherellando col suo Juzu, osservò ancora la ragazza, sì era un po' espansiva e anche un po' troppo allegra per i suoi gusti ma dovette ammettere che era piuttosto attraente... chissà quanti anni aveva!

Edited by Jashin's Herald~ - 27/7/2011, 22:34
 
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.Whisper~
view post Posted on 13/7/2011, 23:18




Ella si misi a tirare fuori pentole, padelle, tazze, taglieri ed altra roba della cucina prima di trovare la teiera che usavano sempre le sue nonne. Una volta fuori la sciacquò e prese a rovistare in una credenza dove teneva le erbe naturali, infusi, the e roba varia, dove impiegò circa 5 minuti buoni per trovare del the proveniente dal Giappone, che iniziò a preparare dopo aver messo a posto tutto il casino appena combinato e cercato una tazza decente per la bevanda, scombinando nuovamente l’intera cucina, rimettendola nuovamente a posto successivamente. Iniziò a preparare il the mentre canticchiava una delle canzoni del primo album che avevano fatto uscire con il gruppo, tutto con una forte allegria e spensieratezza, interrotta successivamente dalla domanda del ragazzo.

-Veramente è circolare, quindi non so da che parte dovrei andare per trovare le stanze, anche perché apparentemente le porte sono tutte uguali, quindi è una specie di labirinto, e devo farci l’abitudine.. Figurati quando mi sbronzo che potrei combinare..-

Disse inizialmente mentre finiva di preparare il the per lo sconosciuto e versarlo nella tazza, che prese in mano e portò dal tipo, sedendosi davanti a lui.

-Comunque si, c’è anche un giardino sul terrazzo, ma al momento fa troppo freddo per andarci.. Vuoi qualcosa nel the? Oppure vuoi qualcosa da mangiare?-

Rigirò la domanda mentre nella sua testa si formava uno strano ritmo ed una strana melodia, che non avevano parole ma solo una lunga cronologia di note, che ad un certo punto scomparvero dalla testa della giovane. Si alzò dal tavolo e prese delle scatole di biscotti, del latte, del miele e dello zucchero, prima di tornare al tavolo e poggiare tutto di fronte allo sconosciuto.

Come faceva un tipo simile a sopportare quel freddo là fuori? Non è una cosa possibile! Insomma, si gelava e lui tutto tranquillo si faceva una scampagnata in mezzo alla bufera, al gelo e tutto bagnato dalla neve! Ma si può essere più incoscienti di così?! Bha.
Io capisco sempre meno i ragazzi.


Pensò Rea corrugando la fronte mentre osservava il viso del ragazzo e tutti i suoi lineamenti. Solo in seguito notò lo strano colore di capelli e le venne un’improvvisa smania di toccarli e giocarci, come una bambina di 8 anni non sapeva resistere ad una nuova bambola da collezione.

Edited by .Whisper~ - 20/7/2011, 19:36
 
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FucKing Jashinist~
view post Posted on 20/7/2011, 17:20




Il demone continuava a rigirarsi il juzu tra le dita olivastre mentre la ragazza passava rapidamente da una credenza all'altra rispondendo alle sue domande. Solo dopo qualche minuto riuscì a tirarne fuori un piccolo barattolo pieno di foglie e semi di tè orientale, il profumo invase la piccola cucina fino a fargli venire quasi la nausea e a fargli girare la testa mentre lei gli porgeva gentilmente la tazza ancora in infusione.

Vuoi qualcosa nel the? Oppure vuoi qualcosa da mangiare?

Gli domandò con un'espressione indecifrabile per poi fissargli incuriosita i capelli. Non poté non ricambiare osservando a sua volta i lunghi capelli rossi, un curioso intreccio tra tonalità castane e scarlatte. Era un po' infastidito dalla sua parlantina facile, un po' troppo logorroica per i suoi gusti ristretti, ma avrebbe sicuramente sopportato in cambio di un'altra occhiata al suo fisico. Trovava le curve dei suoi fianchi irresistibili, sembrava risvegliare calore ed energia in Kaeru con ogni nuovo dettaglio che scopriva. Sì, forse era veramente troppo tempo che non usciva con una ragazza, quindi cercò di trattenersi per non apparire volgare.
Afferrò la tazza accennando un sorriso e socchiudendo gli occhi come faceva spesso per poi esclamare:

No grazie, va bene così... - d'un tratto ricordò il motivo per il quale si era fermato in quel luogo - Sai mi sono perso, non è che sapresti indicarmi la strada più vicina per raggiungere il centro di Anderville?

La bufera non accennava a diminuire, erano 3 giorni che vagava senza trovare la strada giusta e stava iniziando a perdere fiducia in quella sua stupida cartina.
Certo non sarebbe male farmi ospitare da questa mortale - pensò - chissà magari riuscirò a rilassarmi un po' dopo settimane di viaggio.
Un po' timido ma allettato all'idea di passare una notte schiuse le labbra per chiedere:

Magari è un po' sfacciato da parte mia chiedertelo ma, per questa notte non è che avresti una stanza dove potrei alloggiare? Ho viaggiato molto e ho dormito solo in tenda o in qualche edificio diroccato...

Rabbrividì ripensando alle fredde notti in quel suo stupido sacco a pelo, non sarebbe durato molto nonostante la sua auto fosse ben coibentata...
 
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.Whisper~
view post Posted on 22/7/2011, 12:37




Sometimes I feel like throwing my hands up in the air.. I know I can count on you..

Canticchiò Rea nella sua testa prima di alzarsi ed avere un improvviso colpo di genio per registrare qualcosa, o almeno doveva cantare a tutti i costi, così sentì distratta le domande del ragazzo, e non avendo capito nulla di ciò che aveva detto, perché troppo impegnata mentalmente a trattenere la voglia di urlare, di cantare a squarciagola le parole che le saltavano in mente, tanto da doversele ripetere più e più volte, prima di poter rivolgere l’attenzione altrove senza concentrarsi sulla sua testa, e senza rendersene conto, passo 5 minuti in silenzio, per poi ricordarsi che il tipo le aveva fatto una domanda.

-Ah, sisi, va bene. Fa come vuoi, però scusa devo scappare in studio!-

Disse distratta prima di uscire a tutta birra dalla cucina correndo nello studio di registrazione. Una volta dentro sistemò l’attrezzatura al meglio, posizionando tutto nel posto giusto, collegando i giusti cavi e aggiustare il microfono alla giusta altezza. Provò l’intera attrezzatura passando dieci minuti buoni a fare delle prove, senza badare all’ambiente intorno a lei, mentre la sua impaziente musa scalciava nella sua testa per farla cantare e per sentire le note da lei ispirate, e dopo un quarto d’ora, Rea entrò dentro lo studio, chiudendosi a chiave al suo interno, e si piazzò davanti al microfono, azionando a distanza la base di una delle canzoni che doveva registrare e potare alla casa discografica. La base si sentiva per tutta la casa, lasciando la ragazza in un posto che solo lei conosceva, qualcosa simile alle profondità del mare, o nel bel mezzo del cielo, lontano da tutto e da tutti, dove l’unica cosa che importava erano i suoi pensieri, i suoi sentimenti e le sue parole. Neanche a farlo a posta iniziò a cantare con la sua voce, in un ordine crescente di tonalità, fino ad estrarre tutta la sua potenza.

-I was a heavy heart to carry
my beloved was weighed down
My arms around his neck
My fingers laced to crown
-

Alla fin fine, quasi, tutte le sue canzoni parlavano d’amore ed, anche se questo era manifestato sotto forma di parole tetre e significati pesanti, aveva sempre trovato persone alla quale piacevano e nella quale si ritrovavano, così da indurre Rea a cantare con passione sempre crescente, senza perdere mai l’obbiettivo della sua vita, quello che per lei era importante e doveva portare avanti. Continuò tutta la canzone con gli stessi sentimenti, dando sempre il massimo, e non appena questa finì la riascoltò, per poi ricominciare a cantarla per provarne a fare una versione migliore.
Ehm.. Si, si era scordata che non era da sola a casa.

Edited by .Whisper~ - 27/7/2011, 18:52
 
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FucKing Jashinist~
view post Posted on 27/7/2011, 17:21




Stava per aggiungere qualcosa quando la ragazza scappò via dicendo che andava a registrare...
Un po' scombussolato per la sua improvvisa scomparsa si consolò col suo buon tè, avvicinò lentamente la tazza calda alle labbra, ne assaporò velocemente il vapore profumato, e bevve un lungo sorso... Pochi secondi dopo fu costretto a risputarlo dentro!
Era veramente insipido e sapeva di, di...bruciato?! Dato che la padrona di casa sembrava essersi volatilizzata optò per prepararsi un bel caffè! Per prima cosa svuotò l'intruglio nel lavandino, guardandosi attentamente intorno per accertarsi di non essere visto, poi si mise a cercare in tutti gli angoli della cucina in cerca di qualcosa che assomigliasse ad una moka e ne trovò una vicino a tre barattoli di diverse varietà di caffè.
Una strana musica cominciò a riempire l'aria ma non ci fece caso, era troppo euforico all'idea di preparare un caffè dopo tanto tempo... Riempì rapidamente il bollitore della caffettiera con l'acqua fredda del rubinetto poi aprì i tre barattoli. Ognuno aveva un diverso aroma, ce n'era uno dall'odore forte, quasi acido, uno dal profumo molto delicato ed uno dall'aroma corposo ma non troppo forte, che preferì sugli altri. Afferrò il filtro e lo riempì con una miscela delle tre qualità, non lo pressò troppo non conoscendo i gusti di Rea. Quando ebbe chiuso energicamente la caffettiera la posò su un fornello aspettando finché dalla bocca non iniziò ad uscire il tipico suono del caffè pronto e il suo caldo e dolce aroma misto a vapore. Mise due cucchiaini di zucchero in entrambe le tazzine poi uscì dalla cucina in cerca della stanza da registrazione. Le porte erano tutte uguali in quella casa dalle porte identiche ma dopo tre tentativi a vuoto trovò la porta giusta. Gli pareva scortese entrare disturbandola nel bel mezzo delle prove così aspettò che la musica cessasse. La melodia continuò a sgorgare dagli altoparlanti per un bel po', non era il suo genere ma dovette ammettere che era molto particolare... Non appena il suono si interruppe bussò alla porta.

È permesso?

Chiese cordialmente portandosi alle labbra il suo caffè.

Edited by FucKing Jashinist~ - 27/7/2011, 19:04
 
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.Whisper~
view post Posted on 27/7/2011, 21:36




Una volta fermata la canzone per la terza volta sentì bussare alla porta, ed una voce maschile ovattata. Andò ad aprire e si affacciò arrossendo lievemente dato che si era completamente scordata del fatto che aveva un’ospite, e non aveva ben realizzato, veramente non l’aveva proprio ascoltato, che sarebbe rimasto lì quella notte e che il giorno dopo avrebbe dovuto accompagnarlo al centro della cittadina. Guardò il ragazzo con un sorriso decisamente imbarazzato prima di aprire la porta ed uscire.

-Scusa, mi è venuto il lampo di genio per una canzone e sono corsa a registrare.. Praticamente quando sono scappata via non sapevo nemmeno che stavo e che stavi dicendo.. Ti chiedo nuovamente scusa.-

Disse abbassando la testa alla fine per la vergogna. Insomma, non era esattamente da tutti i giorni conoscere uno straniero, invitarlo nella propria casa e poi non filarselo di pezza. Rea si diresse nella sala dei mix, abbozzando un “vieni” prima di entrare e lasciare a porta aperta, anche perché in quel momento doveva assolutamente controllare il lavoro appena svolto, dato che aveva fatto tutto sul momento e non sapeva com’era uscita fuori la canzone, così fece partire la prima incisione, mentre la riascoltava ad occhi chiusi seduta su una sedia davanti a tutti i tasti che non sapeva usare benissimo, eccetto per registrare. Riascoltò tutte e tre le registrazioni in un devoto silenzio, mentre ogni tanto si lasciava scappare qualche smorfia per qualcosa che non le piaceva o che magari era inappropriato col resto della canzone. Una volta finita la sua minuziosa analisi corse con la sedia da studio fuori e si girò verso lo sconosciuto con aria seria ed occhi che brillavano per una curiosità che la invadeva completamente.

-Scusa, ma è il mio “lavoro”.. Secondo te quale delle tre è la registrazione migliore??-

Chiese prima di sorridergli spontaneamente. Un forte ed amarognolo odore si diffuse nella stanza, un odore forte che invadeva con insistenza i suoi polmoni, ed anche se evidente, lei si accorse in seguito che quel tipo di aroma poteva essere solo e soltanto del caffè, anche se lei si era totalmente dimenticata dove fosse nascosto. Guardò il ragazzo, e notò che stringeva delle tazze in mano, per poi ricordarsi che gli aveva preparato il the, o almeno ci aveva provato.

-Ho bruciato il the vero?-

Chiese girando sulla sedia ad alta velocità con gli occhi chiusi. Le piaceva lo stato “post momento creativo”, perché era composto principalmente dal caos delle troppe emozioni provate contemporaneamente, di quelle appena lasciate e di quelle appena trovate. Si sentiva bene in quello stato.
 
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10 replies since 9/7/2011, 21:19   1220 views
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